Caratterizzazione delle comunità bentoniche della Pialassa Baiona

Chato Della Casa (Tesi di Laurea, 1998)

a cura del CIRSA - Università di Bologna

L'esigenza principale nei confronti della Pialassa Baiona è di poterla conoscere sotto tutti gli aspetti, in essa molto interconnessi, al fine di trovare la serie più corretta di parametri da controllare e gestire per mantenere e/o aumentare il valore ecologico che essa ha acquisito nel tempo.
Nello specifico, il compito principale di questo studio risiede nella descrizione e valutazione dell'assetto delle comunità macrobentoniche, per due precise motivazioni:
- gli organismi bentonici e in particolare la macrofauna zoobentonica (comprendente gli invertebrati di taglia superiore a 0,5 mm che abitano i sedimenti degli ambienti acquatici), per la loro scarsa mobilità e stretta dipendenza dalle caratteristiche del substrato durante la maggior parte del ciclo vitale, sono esposti a tutte le variazioni dell'ambiente e pertanto, attraverso l'osservazione della loro struttura di comunità, possono risultare buoni indicatori degli effetti spazio-temporali delle fluttuazioni naturali o dei disturbi indotti dalle attività umane (Cognetti et al., 1975; Pearson e Rosenberg, 1978);
- inoltre possono essere individuale le specie particolari o le catene trofiche più adatte a rendere questo habitat essenziale al mantenimento delle popolazioni delle specie ornitiche.
Inoltre, risulta prioritario correlare i dati biologici ed i risultati delle analisi statistiche applicate ad essi con i parametri chimico-fisici e soprattutto con le conclusioni effettuate dagli studi precedenti sull'assetto idraulico del bacino in questione, onde estrapolare dalle strutture di comunità e dal loro modificarsi nello spazio e nel tempo, il grado di dissesto del sistema, se esiste, ed i punti nevralgici dell'equilibrio complessivo dell'ambiente ove è più necessario operare al fine di recuperare la funzionalità della Pialassa Baiona, che ormai non è un semplice bacino di ripulsa ma un ecosistema di cui si è riconosciuta l'enorme importanza naturalistica ed ecologica.

Piano di campionamento

Sono stati presi in esame quattro chiari fra quelli più adatti all'alimentazione delle specie ornitiche limicole e piscivore di interesse per lo studio, con caratteristiche fisico-chimiche (salinità, sedimento, ecc.) e idrodinamiche (frequenza del ricambio) diverse, al fine di indagare i microcosmi rappresentativi di tutto l'ambiente (fig. 1):

Per la scelta delle stagioni è prevalsa l'esigenza di evidenziare il rapporto tra le comunità bentoniche, fonti di cibo per gli uccelli, e i momenti salienti del ciclo biologico degli stessi: migrazione (autunno), deposizione delle uova (primavera) e sviluppo dei nuovi nati (estate). Per ciascuna stazione e a ciascuna data sono stati raccolti 4 campioni replica delle comunità bentoniche mediante benna di tipo Ekman.
Durante il campionamento, in ciascuna stazione sono state eseguite le misure dei principali parametri chimico-fisici (temperatura (T), conducibilità (C), salinità (S), pH, profondità). Per l'esecuzione dei campionamenti si è tenuto conto dell'escursione mareale. Il ritardo è stato stimato essere di circa 15-30 minuti per le zone più prossime al canale Candiano e di circa un'ora per quelle più interne.

Metodi di analisi dei dati

Le comunità sono costituite dalle popolazioni che interagiscono tra loro e con i parametri abiotici dell'habitat, perciò possiamo studiarne la struttura e la composizione analizzando la distribuzione numerica tra le specie presenti e i rapporti reciproci tra le densità delle popolazioni che le compongono.
La tecnica usata in questo studio prevede, innanzitutto, un confronto tra i campioni dal quale poter estrapolare eventuali raggruppamenti spaziali/temporali e il grado di significatività statistica delle loro differenze. Il passo successivo consiste nel raffronto tra i parametri biologici e quelli ambientali per la verifica e l'individuazione di quali tra questi ultimi siano in più stretta relazione con la struttura delle biocenosi (Clarke, 1993).
In particolare l'analisi dei popolamenti bentonici è mirata alla comprensione delle comunità sia come composizione specifica, che come struttura (cioè la composizione in abbondanza relativa delle varie specie). Le tecniche utilizzate nel presente lavoro hanno contemplato l'utilizzo di metodiche di analisi statistica non parametrica: indice di similarità di Bray-Curtis, tecniche di classificazione e ordinamento (MDS), analisi di similarità (ANOSIM), contributo percentuale alla similarità (SIMPER), confronto tra matrici biotiche e abiotiche (BIOENV). Sono stati inoltre applicati gli indici univariati di diversità per il confronto del livello di biodiversità delle comunità di ciascuna stazione in ogni stagione.

Comunità bentoniche osservate

In totale, nei 120 campioni analizzati, sono state ritrovate 42 specie (tab. 1). Di queste, alcune sono presenti solo occasionalmente e in determinate stazioni (es. Cyclope neritea, Marphisa sanguinea, Polycirrus sp, Stegocephalidae sp., ecc.), altre sono presenti quasi ovunque, in tutte le stagioni e con abbondanza per campione talvolta molto elevata: Hydrobia sp., Chironomidae spp., Corophium acherusicum. Per quanto riguarda la biomassa sono tre le specie che dominano le comunità in tutte e le stagioni indagate: il gasteropode Hydrobia sp. (dominante anche per densità), il bivalve Cerastoderma glaucum ed il polichete Neanthes succinea (gli ultimi due per via delle grandi dimensioni degli individui).

Fig. 1 - Stazioni di campionamento

Tab. 1 - Fauna rinvenuta nelle diverse stazioni

Stazioni

SPECIE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Anthozoa spp.         x x x   x x
Turbellaria spp.         x x     x x
Hydrobia sp.     x x x x x x x x
Cyclope neritea                 x  
Haminoea navicula     x x x x x   x x
Musculista sennhusia         x x x   x x
Crassostrea gigas         x x     x  
Abra ovata         x x x   x x
Cerastoderma glaucum     x x x x x x x x
Tapes philippinarum         x     x x x
Marphysa sanguinea           x     x  
Neanthes succinea         x x x x x x
Polydora ciliata       x x x x x x x
Spionidae sp.       x x x x x x x
Paraonis sp.             x   x  
Cirriformia tentaculata           x x x x  
Streblospio shrubsolii     x   x x x x x x
Capitella capitata       x x x x x x x
Polycirrus sp.           x x      
Hydroides dianthus           x     x  
Oligochaeta spp.     x   x x x x x x
Balanus amphitrite         x x x x x  
Eriphia verrucosa           x        
Brachynotus sexdentatus             x   x  
Tanais cavolinii           x x   x  
Cyathura carinata         x x x   x  
Idotea baltica     x   x x x   x x
Sphaeroma serratum         x x x x   x
Microdeutopus grillotalpa         x x x   x x
Corophium acherusicum     x x x x x x x x
Corophium orientalis         x x x   x x
Gammarus aequicauda   x x x x x x x x x
Gammarus insensibilis       x x x x x x x
Melita palmata               x x  
Stegocephalidae sp.   x x       x x x  
Chironomidae spp. x x x x x x x x x x
Ceratopogonidae sp. x x x x         x  
Corixa punctata   x x              
Sigara limitata   x                
Lepidoptera sp. x x x              
Libellulidae sp.     x x            
Coenagrionidae sp. x x                
 
 
Caratterizzazione dei bacini indagati
 
I dati di abbondanza numerica e di biomassa, hanno permesso di compiere un accurato studio di comunità volto a mettere in risalto le differenze di composizione e struttura delle stesse tra le stazioni campionate nelle diverse date e tra i chiari nella medesima data. Da ciò è emersa la forte differenziazione tra i bacini indagati e queste tipologie di bacino, una volta definite nei loro caratteri salienti e distintivi, possono essere utilizzate come modelli ambientali alternativi per la gestione, differenziata o meno, dell'intera area lagunare.
 
Bacino dolcificato semi-confinato
Nel caso particolare del chiaro del Comune, è stata rinvenuta non una vera comunità bentonica, tutt'al più alcune popolazioni di poche specie di larve di insetti pioniere e con una quasi assoluta dominanza di Chironomidae spp., che si ritrovano numerosi in tutte le stagioni e stazioni. 
Da evidenziare anche la presenza delle larve di un'altra famiglia, Ceratopogonidae sp., che, benchè con abbondanze di molto inferiori a quelle di Chironomidae spp., rappresenta una quota non trascurabile della biomassa complessiva del chiaro.
Inoltre possiamo notare come, persino all'interno di un bacino così regolato ed a bassa energia idrodinamica, risulta di fondamentale importanza il ricambio idrico e quindi l'ossigenazione ed il riequilibrio dei carichi trofici. In autunno, infatti, si nota una certa differenziazione fra le st. 2 e 3 che restano lontano dal flusso principale di acqua dolce, elevato in questa stagione, che dal Fossatone passa dalla st. 1 ed esce attraverso una paratoia sul canale Taglio della Baiona alle spalle delle due suddette stazioni. Nelle altre due stagioni il suddetto fenomeno non si avverte perché le portate del Fossatone sono nettamente inferiori. 
Non bisogna comunque dimenticare che questo bacino ha subito da appena una decina d'anni una completa inversione dei valori della salinità, che ha eliminato completamente la fauna e la flora preesistenti. Si nota infatti, dal carattere di specie pioniere degli organismi rinvenuti, come l'ambiente si stia lentamente riadattando alle nuove condizioni, ma non è ancora riuscito a raggiungere un equilibrio. Quindi, in ogni considerazione finale sullo stato e sull'utilità ecologica di tale ambiente, non può essere trascurato il carattere evolutivo e mutevole dell'assetto ecologico di questo bacino. Possiamo comunque dedurre che dal punto di vista del macrobenthos le trasformazioni avverranno nel senso dell'incremento di una sempre maggiore biodiversità.
Per quanto concerne questa tipologia di bacino, sembra potersi affermare che la perdita in biodiversità della macrofauna bentonica è compensata dalla costituzione di un ambiente adatto al pascolo e quindi ad un recupero di biodiversità ornitica.
Chiaro salmastro confinato
Questo bacino presenta fondale basso e barenoso, viene saltuariamente collegato con l'adiacente canale Baccarini, attraverso una paratoia e le sue acque sono oligotrofe, come testimoniano l'assenza di fioriture fitoplanctoniche e di fenomeni di anossia (riscontrati solamente in caso di forti evaporazioni). Il chiaro, quindi, non presenta caratteristiche trofiche ed ambientali tali da sostenere una comunità bentonica rigogliosa e stabile.
Nei nostri campioni sono state ritrovate poche specie, tipiche di ambiente salmastro-marino, come Capitella capitata, Cerastoderma glaucum, Hydrobia sp. e Gammarus aequicauda che in autunno rappresenta, delle sole 5 specie ritrovate, quella numericamente più importante.
L'aspetto favorevole, per questo chiaro rispetto ai chiari aperti all'ingressione mareale, è costituito dalla minore altezza necessaria per la costruzione dei dossi, dalla loro maggiore durata nel tempo e dal minore pericolo di sommersione; tuttavia è necessario che il livello dell'acqua non venga mai alzato durante la stagione riproduttiva dell'avifauna (aprile-luglio), ma anzi che la progressiva evaporazione determini di fatto un ampliamento della superficie utile, che viene progressivamente occupata dalle specie più tardive o anche da specie precoci per covate di sostituzione. Tutto ciò dovrebbe comunque essere progettato con la consapevolezza che questo tipo di bacino chiuso, con profondità media sotto ai 30 cm, non può sopportare un'elevata produttività bentonica e quindi fornire anche un supporto trofico alle specie nidificanti, che possono tuttavia sempre spostarsi per la ricerca del cibo. Questo chiaro in definitiva può essere considerato rappresentativo della tipologia del bacino salmastro chiuso (come il chiaro Paradiso), nel quale la mancanza di ricambio idrico causa instabilità dei parametri ambientali e l'arginatura dell'energia mareale blocca l'input sussidiario di energia necessaria al mantenimento di una rete trofica stabile.

Chiaro salmastro mareale
Appartengono a questa tipologia i restanti due bacini (Vena del Largo e Risega) e proprio in essi si rinviene la situazione migliore dal punto di vista della strutturazione delle comunità macrobentoniche. Qui si riscontrano i più elevati valori di biodiversità e il grado più alto di articolazione degli "habitus" trofici, conseguenze queste del favorevole impatto del flusso e del deflusso delle maree.
Chiaro Vena del Largo
L'identità propria di questo bacino, anche nei confronti degli altri due chiari salmastri, si evidenzia attraverso l'analisi statistica. La comunità bentonica di questo bacino è rappresentata innanzitutto dai detritivori Hydrobia sp. e Oligochaeta spp. e dagli Anfipodi Corophium acherusicum (detritivoro) e Gammarus aequicauda (brucatore), sempre presenti. Questi organismi sottolineano l'importanza di una rete trofica basata su un abbondante detrito organogeno, ma anche sul fitobenthos autoctono fotosintetizzante.
Da notare inoltre alcune modificazioni soprattutto estive nelle presenze delle specie meno generaliste: il Balanus amphitrite diminuisce la sua presenza proprio in estate quando invece dovrebbe colonizzare con più forza questi ambienti; sempre in estate la Capitella capitata, detritivoro errante, aumenta la sua densità numerica; nella stessa stagione diminuiscono anche le abbondanze dei due Bivalvi più comuni nella Pialassa Baiona: Cerastoderma glaucum e Abra ovata.
Questo può in parte testimoniare come la ridotta circolazione idrica d'estate diventi un fattore limitante per questi organismi, che hanno bisogno di corrente sia per respirare che per nutrirsi. Non è comunque da sottovalutare il possibile effetto del maggior tasso di predazione su questi bivalvi (soprattutto su A. ovata) da parte della fauna ittica e ornitica.
Per quanto concerne la fruizione di questo chiaro da parte dell'avifauna, dallo studio del Progetto "LIFE '95" emerge quanto segue: per gli Aironi coloniali e le specie associate (Threschiornitidae, Phalacrocoracidae), che utilizzano la laguna per la sola alimentazione, la disponibilità di cibo non è un elemento limitante per l'elevata estensione delle zone umide disponibili nel raggio di 10 Km dalle colonie nidificanti; invece i Caradriformi "lagunari" sono accomunati dalla nidificazione coloniale su suoli emergenti da specchi d'acqua salmastra, essenzialmente sotto forma di isolotti e barene. Le loro differenti preferenze di microhabitat determinano una parziale separazione delle nicchie e quindi la possibilità di convivenza entro un ambiente relativamente ristretto come la Pialassa Baiona.
Tutto ciò ci porta a concludere che il fattore di maggiore importanza per le gestione corretta di questo chiaro risiede nel fatto che le comunità bentoniche di questo bacino risentono dei parametri ambientali e idraulici in maniera uniforme per tutta la sua estensione e che ne scaturisce una situazione meno stressata e più stabile quando il sufficiente ricambio idrico e l'energia sussidiaria vengono garantiti dalle maree attraverso l'officiosità della rete idraulica capillare dei canali.
Chiaro della Risega
Quest'ultimo bacino presenta alcune problematiche che lo rendono particolare rispetto agli altri chiari. Bisogna soprattutto mettere in evidenza come la circolazione, in alcune zone marginali, sia ostacolata dalla relativa lontananza dall'unico canale attraverso il quale scorrono il flusso e il riflusso di marea. A riscontro di quanto detto, la comunità bentonica presente in questo chiaro tende a differenziarsi in maniera significativa sia spazialmente che stagionalmente.
Delle tre stazioni indagate, quella che presenta la comunità macrobentonica meno stressata è la st. 9, caratterizzata in generale dal maggior numero di specie e dalle maggiori abbondanze, in tutte e tre le stagioni. Inoltre, vanta la presenza cospicua di un predatore errante come Neanthes succinea e di due Policheti marini come Streblospio shrubsolii e Polydora ciliata.
Come già evidenziato, l'effetto della prossimità di questa stazione all'imboccatura del canale mareale è evidente sia nell'andamento dei valori dei parametri chimico-fisici che nell'assetto della comunità bentonica. Quest'ultima sembra risentire di un modesto stress autunnale (aumento della densità di alcuni organismi opportunisti) ed estivo (diminuzione delle specie), che non si manifesta durante il migliore periodo primaverile.
Le altre due stazioni di questo chiaro testimoniano le difficoltà incontrate dagli organismi del fondo nell'insediarsi con successo nelle zone più stagnanti del bacino. Infatti, le densità totali degli individui per campionamento è dell'ordine di quelle riscontrate nel chiaro di Aldo (tranne in estate nella st. 10) e il numero delle specie è, per tutte le stagioni di campionamento, il più basso fra tutti quelli delle stazioni salmastre indagate nella Pialassa. Inoltre, queste stazioni sono dominate da Hydrobia sp la st. 8 e da Capitella capitata e Chironomidae spp. la st. 10. Questi ultimi sono tutti organismi opportunisti che caratterizzano le comunità bentoniche nelle stazioni e nei momenti dell'anno in cui i bacini sono più stressati dal punto di vista idrologico.
Per ciò che concerne l'avifauna frequentatrice del chiaro in questione, risulta una minore ricchezza di specie rispetto al chiaro Vena del Largo, segno probabile di una minore quantità (e/o qualità) della biomassa bentonica (rel. Prog. "LIFE '95", 1998). Nello specifico, non sono stati avvistati Ardeidi e, fra le specie associate, solamente il Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e gli Svassi (il maggiore ovvero Podiceps cristatus ed il minore ovvero Podiceps nigricollis). Inoltre, rispetto al chiaro Vena del Largo, quello della Risega non è frequentato dall'Avocetta (Recurvirostra avosetta) e dal Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) (rel. Prog. "LIFE '95", 1998).
Naturalmente quanto precedentemente esposto sulla funzionalità della rete di canali, vale a maggiore ragione per il chiaro della Risega, dove si è appena dimostrato che i dati sul macrobenthos sembrano testimoniare proprio come questi organismi risentano in modo manifesto del regime idrologico; al contempo, l'assetto delle comunità macrobentoniche qui rinvenute testimonia la capacità di questo compartimento di adattarsi alle variazioni ambientali e di poter costituire, se protetto da una corretta gestione ambientale, un passaggio fondamentale nella rete trofica che sostiene l'avifauna di interesse prioritario.

CONCLUSIONI

Il quadro generale che emerge dall'analisi dei dati del presente studio mette in evidenza la differenziazione delle comunità di organismi bentonici nei diversi chiari della Pialassa Baiona, soprattutto in relazione alla loro differente esposizione alle incursioni mareali ed al loro grado di complessità morfologica. Questo risultato, del resto, è conforme alle più salienti caratteristiche fisiografiche del bacino, che è stato concepito ed organizzato sulla base di una principale struttura forzante, qui rappresentata dalla ben articolata rete di canali di marea. Il buon funzionamento e la manutenzione di quest'ultima costituiscono pertanto la condizione determinante per un'efficace politica di gestione conservazionistica dell'intero sistema lagunare, associata alla creazione ed al mantenimento di strutture interne ai chiari tali da favorire, con la conseguente diversificazione della laguna in microambienti, l'incremento della biodiversità complessiva del biotopo, la cui potenzialità è stata messa in evidenza mediante il presente studio.
Il buon assetto ecologico della Pialassa Baiona, per quanto possa essere rilevato dai dati sulla fauna macrobentonica qui presentati, risulta strettamente dipendente dalle decisioni che l'Amministrazione locale potrà prendere in merito: possono, infatti, risultare proficui dal punto di vista del valore naturalistico ed ecologico gli interventi che tenderanno a ridurre le inferenze umane su quest'area già fortemente antropizzata e accerchiata da un'imponete urbanizzazione; saranno, invece, pregiudizievoli per i delicati equilibri di questo habitat, interventi orientati verso l'ulteriore sottrazione di superficie lagunare, al fine di salvaguardare la fascia pinetata, e la mancata regolamentazione delle attività di scarico di reflui urbani ed industriali e di attività di fruizione della Pialassa (es. pratica venatoria), che non siano improntati a validi criteri di sostenibilità ambientale.

POSTER PRESENTATO AL 33° CONGRESSO Società Italiana Biologia Marina

Bibliografia di riferimento

ANGELINI R. & F. STRUMIA, 1994 - Il bacino idrografico della Pialassa Baiona. Descrizione del territorio dal punto di vista delle fonti di carico inquinante. In: Analisi dello stato ambientale e sanitario nelle valli ravennati. La Pialassa Baiona. A cura di Soprani S. & C. Ricci, Azienda U.S.L. Ravenna: 157-200.
ARIAS A.M. & P. DRAKE, 1994 - Structure and production of the benthic macroinvertebrate community in a shallow lagoon in the Bay of Càdiz. Mar. Ecol. Prog. Ser., 115: 151-167.
BARBANTI L., A. CALDERONI, R. DE BERNARDI, G. GIUZZANI & P. GUILLIZZONI, 1993 - Acque lacustri: 220-262. In: Ecologia applicata; a cura di Roberto Marchetti. Ed. Città Studi, Torino.
CLARKE K.R., 1993. - Non-parametric multivariate analysis of changes in community structure. Australian Journal of Ecology 18: 117-143.
CLARKE K.R. & M. AINSWORTH, 1993 - A method of linking multivariate community structure to environmental variables. Mar. Ecol. Prog. Ser., 92: 205-219.
CLARKE K. R. & R. M. WARWICK, 1994 - Change in marine communities: An Approach to Statistical Analysis and Interpretation. Plymouth Marine Laboratory.
COGNETTI G., C. M. DE ANGELIS & E. ORLANDO, 1975 - Attuale situazione ecologica delle Valli di Comacchio e proposte per la loro salvaguardia. In: Quaderni di Italia Nostra, 12.
CORNET M., 1986 - Estimation de la production annuelle de populations d'Abra Alba (mollusque bivalve) du plateau continental Sud-Gascogne. Rivista Oceanologica Acta, 9: 323-332.
EDGAR G.J., 1990 - The use of the size structure of benthic macrofaunal communities to estimate faunal biomass and secondary production. J. Exp. Mar. Biol. Ecol., 137: 195-214.
EVERITT B., 1978 - Graphical technique for multivariate data. Ed. Heinemann, London.
FARINA D., S. SOPRANI, C. RICCI, C. TARRONI & S. ZANETTI, 1994 - Geografia attuale del sistema. In: Analisi dello stato ambientale e sanitario nelle valli ravennati. La Pialassa Baiona. A cura di Soprani S. & C. Ricci, Azienda U.S.L. Ravenna: 53-66.
GAMBETTI D., 1991 - Variazione della superficie delle Pinete Ravennati e notizie sulla loro coltivazione e utilizzazione a partire dal sec. XVI. Tesi di laurea: pp. 107.
GIAQUINTA S., 1994 - Aspetti ecologici e biologico-ambientali. In: Analisi dello stato ambientale e sanitario nelle valli ravennati. La Pialassa Baiona. A cura di Soprani S. & C. Ricci, Azienda U.S.L. Ravenna: 275-324.
KENKEL, N.C. & L. ORLOCI, 1986 - Applying metric and non metric multidimensional scaling to some ecological studies: some new results. Ecology, 67: 919-928.
LIFE - NATURA, 1996. Ministero dell'Ambiente, Servizio Conservazione della Natura.
ODUM E.P., 1988 - Basi di ecologia. Ed. Piccin, Padova: pp. 544.
PEARSON T. H. & R. ROSENBERG, 1978 - Macrobenthic succesion in relation to organic enrichment and pollution of the marine environment. Oceanogr. Mar. Biology, 16: 229-311.
RONCUZZI A., 1994 - Storia idrogeologica della Pialassa. In: Analisi dello stato ambientale e sanitario nelle valli ravennati. La Pialassa Baiona. A cura di Soprani S. & C. Ricci, Azienda U.S.L. Ravenna: 15-52.
STRUMIA F., E. FERRARI, R. ANGELINI, C. BALDRATI & M. BELLETTINI, 1994 - Usi dell'acqua della Pialassa. In: Analisi dello stato ambientale e sanitario nelle valli ravennati. La Pialassa Baiona. A cura di Soprani S. & C. Ricci, Azienda U.S.L. Ravenna: 355-412.
TACHET H., M. BOURNAUD & T. RICHOUX, 1980 - Introduction à l'etude des macroinvertebrès des eaux douces (systematique elementaire et apercu ecologique). Ed. Universitè Claude Bernard, Lion: pp. 155.
TRISOLINI R., 1994 - Accrescimento e ciclo riproduttivo di Tapes philippinarum (Bivalvia: Veneroida) nella Sacca di Goro (Delta del Po). Tesi di dottorato.
VISTOLI A., L. CORBARA & A. BAZZI, 1994 - Piano di intervento per il risanamento delle Pialasse Baiona e Piombone. Comune di Ravenna, Servizio Ambiente. Ravenna: pp. 34.
WARWICK R. M., 1986 - A new method for detecting pollution effectes on marine macrobenthic communities. Mar. Biol. 92: 557-562.
WARWICK R. M. & K. R. CLARKE, 1991 - A comparison of methods for analysing changes in benthic community structure. J. mar. biol. Ass. U. K. 71: 225-24.