Caratterizzazione
delle comunità bentoniche della Pialassa Baiona
Chato Della Casa (Tesi di Laurea, 1998)
a cura del CIRSA -
Università di Bologna
- L'esigenza principale nei confronti della
Pialassa Baiona è di poterla conoscere sotto tutti gli aspetti, in essa molto
interconnessi, al fine di trovare la serie più corretta di parametri da
controllare e gestire per mantenere e/o aumentare il valore ecologico che essa
ha acquisito nel tempo.
- Nello specifico, il compito principale di
questo studio risiede nella descrizione e valutazione dell'assetto delle
comunità macrobentoniche, per due precise motivazioni:
- gli organismi bentonici e in particolare la macrofauna zoobentonica
(comprendente gli invertebrati di taglia superiore a 0,5 mm che abitano i
sedimenti degli ambienti acquatici), per la loro scarsa mobilità e stretta
dipendenza dalle caratteristiche del substrato durante la maggior parte del
ciclo vitale, sono esposti a tutte le variazioni dell'ambiente e pertanto,
attraverso l'osservazione della loro struttura di comunità, possono risultare
buoni indicatori degli effetti spazio-temporali delle fluttuazioni naturali o
dei disturbi indotti dalle attività umane (Cognetti et al., 1975; Pearson e
Rosenberg, 1978);
- inoltre possono essere individuale le specie particolari o le catene trofiche
più adatte a rendere questo habitat essenziale al mantenimento delle
popolazioni delle specie ornitiche.
- Inoltre, risulta prioritario correlare i dati
biologici ed i risultati delle analisi statistiche applicate ad essi con i
parametri chimico-fisici e soprattutto con le conclusioni effettuate dagli studi
precedenti sull'assetto idraulico del bacino in questione, onde estrapolare
dalle strutture di comunità e dal loro modificarsi nello spazio e nel tempo, il
grado di dissesto del sistema, se esiste, ed i punti nevralgici dell'equilibrio
complessivo dell'ambiente ove è più necessario operare al fine di recuperare
la funzionalità della Pialassa Baiona, che ormai non è un semplice bacino di
ripulsa ma un ecosistema di cui si è riconosciuta l'enorme importanza
naturalistica ed ecologica.
Piano di campionamento
Sono stati presi in esame quattro chiari fra
quelli più adatti all'alimentazione delle specie ornitiche limicole e piscivore
di interesse per lo studio, con caratteristiche fisico-chimiche (salinità,
sedimento, ecc.) e idrodinamiche (frequenza del ricambio) diverse, al fine di
indagare i microcosmi rappresentativi di tutto l'ambiente (fig. 1):
-
Chiaro del Comune (stazioni dalla 1 alla
3),
-
Chiaro di Aldo (stazione 4),
-
Chiaro Vena del Largo (stazioni dalla 5
alla 7),
-
Chiaro della Risega (stazioni dalla 8 alla
10).
- Per la scelta delle stagioni è prevalsa
l'esigenza di evidenziare il rapporto tra le comunità bentoniche, fonti di cibo
per gli uccelli, e i momenti salienti del ciclo biologico degli stessi:
migrazione (autunno), deposizione delle uova (primavera) e sviluppo dei nuovi
nati (estate). Per ciascuna stazione e a ciascuna data sono stati raccolti 4
campioni replica delle comunità bentoniche mediante benna di tipo Ekman.
- Durante il campionamento, in ciascuna stazione
sono state eseguite le misure dei principali parametri chimico-fisici
(temperatura (T), conducibilità (C), salinità (S), pH, profondità). Per
l'esecuzione dei campionamenti si è tenuto conto dell'escursione mareale. Il
ritardo è stato stimato essere di circa 15-30 minuti per le zone più prossime
al canale Candiano e di circa un'ora per quelle più interne.
Metodi di analisi dei dati
Le comunità sono costituite dalle popolazioni che
interagiscono tra loro e con i parametri abiotici dell'habitat, perciò possiamo
studiarne la struttura e la composizione analizzando la distribuzione numerica
tra le specie presenti e i rapporti reciproci tra le densità delle popolazioni
che le compongono.
La tecnica usata in questo studio prevede, innanzitutto, un confronto tra i
campioni dal quale poter estrapolare eventuali raggruppamenti spaziali/temporali
e il grado di significatività statistica delle loro differenze. Il passo
successivo consiste nel raffronto tra i parametri biologici e quelli ambientali
per la verifica e l'individuazione di quali tra questi ultimi siano in più
stretta relazione con la struttura delle biocenosi (Clarke, 1993).
In particolare l'analisi dei popolamenti bentonici è mirata alla comprensione
delle comunità sia come composizione specifica, che come struttura (cioè la
composizione in abbondanza relativa delle varie specie). Le tecniche utilizzate
nel presente lavoro hanno contemplato l'utilizzo di metodiche di analisi
statistica non parametrica: indice di similarità di Bray-Curtis, tecniche di
classificazione e ordinamento (MDS), analisi di similarità (ANOSIM), contributo
percentuale alla similarità (SIMPER), confronto tra matrici biotiche e
abiotiche (BIOENV). Sono stati inoltre applicati gli indici univariati di
diversità per il confronto del livello di biodiversità delle comunità di
ciascuna stazione in ogni stagione.
Comunità bentoniche osservate
In totale, nei 120 campioni analizzati, sono
state ritrovate 42 specie (tab. 1). Di queste, alcune sono presenti solo
occasionalmente e in determinate stazioni (es. Cyclope neritea, Marphisa
sanguinea, Polycirrus sp, Stegocephalidae sp., ecc.), altre sono
presenti quasi ovunque, in tutte le stagioni e con abbondanza per campione
talvolta molto elevata: Hydrobia sp., Chironomidae spp., Corophium
acherusicum. Per quanto riguarda la biomassa sono tre le specie che dominano
le comunità in tutte e le stagioni indagate: il gasteropode Hydrobia sp.
(dominante anche per densità), il bivalve Cerastoderma glaucum ed il
polichete Neanthes succinea (gli ultimi due per via delle grandi
dimensioni degli individui).

Fig.
1 - Stazioni
di campionamento
Tab.
1 - Fauna rinvenuta nelle diverse stazioni
|
Stazioni |
SPECIE |
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
Anthozoa spp. |
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Turbellaria spp. |
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Hydrobia
sp. |
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Cyclope neritea |
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Haminoea navicula |
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Musculista sennhusia |
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Crassostrea gigas |
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Abra ovata |
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Cerastoderma glaucum |
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x |
x |
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x |
Tapes philippinarum |
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Marphysa sanguinea |
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Neanthes succinea |
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Polydora ciliata |
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Spionidae sp. |
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x |
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Paraonis sp. |
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Cirriformia tentaculata |
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Streblospio shrubsolii |
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Capitella capitata |
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Polycirrus sp. |
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Hydroides dianthus |
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Oligochaeta spp. |
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Balanus amphitrite |
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Eriphia verrucosa |
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Brachynotus sexdentatus |
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Tanais cavolinii |
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Cyathura carinata |
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Idotea baltica |
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Sphaeroma serratum |
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Microdeutopus
grillotalpa |
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Corophium acherusicum |
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x |
x |
Corophium orientalis |
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Gammarus aequicauda |
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x |
x |
x |
x |
Gammarus insensibilis |
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x |
x |
x |
x |
Melita palmata |
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Stegocephalidae sp. |
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Chironomidae spp. |
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Ceratopogonidae sp. |
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Corixa punctata |
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Sigara limitata |
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Lepidoptera sp. |
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Libellulidae sp. |
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Coenagrionidae sp. |
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Caratterizzazione dei bacini indagati
I dati di
abbondanza numerica e di biomassa, hanno permesso di compiere un accurato
studio di comunità volto a mettere in risalto le differenze di
composizione e struttura delle stesse tra le stazioni campionate nelle
diverse date e tra i chiari nella medesima data. Da ciò è emersa la
forte differenziazione tra i bacini indagati e queste tipologie di bacino,
una volta definite nei loro caratteri salienti e distintivi, possono
essere utilizzate come modelli ambientali alternativi per la gestione,
differenziata o meno, dell'intera area lagunare.
Bacino dolcificato semi-confinato
Nel caso particolare del chiaro del Comune, è stata rinvenuta non una vera
comunità bentonica, tutt'al più alcune popolazioni di poche specie di
larve di insetti pioniere e con una quasi assoluta dominanza di Chironomidae
spp., che si ritrovano numerosi in tutte le stagioni e stazioni.
Da evidenziare anche la presenza delle larve di un'altra
famiglia, Ceratopogonidae sp., che, benchè con abbondanze di molto
inferiori a quelle di Chironomidae spp., rappresenta una quota non
trascurabile della biomassa complessiva del chiaro.
Inoltre possiamo notare come, persino all'interno di un bacino così
regolato ed a bassa energia idrodinamica, risulta di fondamentale importanza
il ricambio idrico e quindi l'ossigenazione ed il riequilibrio dei carichi
trofici. In autunno, infatti, si nota una certa differenziazione fra le st.
2 e 3 che restano lontano dal flusso principale di acqua dolce, elevato in
questa stagione, che dal Fossatone passa dalla st. 1 ed esce attraverso una
paratoia sul canale Taglio della Baiona alle spalle delle due suddette
stazioni. Nelle altre due stagioni il suddetto fenomeno non si avverte
perché le portate del Fossatone sono nettamente inferiori.
Non bisogna comunque dimenticare che questo bacino ha
subito da appena una decina d'anni una completa inversione dei valori della
salinità, che ha eliminato completamente la fauna e la flora preesistenti.
Si nota infatti, dal carattere di specie pioniere degli organismi rinvenuti,
come l'ambiente si stia lentamente riadattando alle nuove condizioni, ma non
è ancora riuscito a raggiungere un equilibrio. Quindi, in ogni
considerazione finale sullo stato e sull'utilità ecologica di tale
ambiente, non può essere trascurato il carattere evolutivo e mutevole
dell'assetto ecologico di questo bacino. Possiamo comunque dedurre che dal
punto di vista del macrobenthos le trasformazioni avverranno nel senso
dell'incremento di una sempre maggiore biodiversità.
Per quanto concerne questa tipologia di bacino, sembra potersi affermare che
la perdita in biodiversità della macrofauna bentonica è compensata dalla
costituzione di un ambiente adatto al pascolo e quindi ad un recupero di
biodiversità ornitica.
- Chiaro salmastro confinato
Questo bacino presenta fondale basso e barenoso, viene
saltuariamente collegato con l'adiacente canale Baccarini, attraverso una
paratoia e le sue acque sono oligotrofe, come testimoniano l'assenza di
fioriture fitoplanctoniche e di fenomeni di anossia (riscontrati solamente in
caso di forti evaporazioni). Il chiaro, quindi, non presenta caratteristiche
trofiche ed ambientali tali da sostenere una comunità bentonica rigogliosa e
stabile.
- Nei nostri campioni sono state ritrovate poche
specie, tipiche di ambiente salmastro-marino, come Capitella capitata, Cerastoderma
glaucum, Hydrobia sp. e Gammarus aequicauda che in autunno
rappresenta, delle sole 5 specie ritrovate, quella numericamente più
importante.
- L'aspetto favorevole, per questo chiaro
rispetto ai chiari aperti all'ingressione mareale, è costituito dalla minore
altezza necessaria per la costruzione dei dossi, dalla loro maggiore durata nel
tempo e dal minore pericolo di sommersione; tuttavia è necessario che il
livello dell'acqua non venga mai alzato durante la stagione riproduttiva
dell'avifauna (aprile-luglio), ma anzi che la progressiva evaporazione determini
di fatto un ampliamento della superficie utile, che viene progressivamente
occupata dalle specie più tardive o anche da specie precoci per covate di
sostituzione. Tutto ciò dovrebbe comunque essere progettato con la
consapevolezza che questo tipo di bacino chiuso, con profondità media sotto ai
30 cm, non può sopportare un'elevata produttività bentonica e quindi fornire
anche un supporto trofico alle specie nidificanti, che possono tuttavia sempre
spostarsi per la ricerca del cibo. Questo chiaro in definitiva può essere
considerato rappresentativo della tipologia del bacino salmastro chiuso (come il
chiaro Paradiso), nel quale la mancanza di ricambio idrico causa instabilità
dei parametri ambientali e l'arginatura dell'energia mareale blocca l'input
sussidiario di energia necessaria al mantenimento di una rete trofica stabile.
Chiaro salmastro mareale
Appartengono a questa tipologia i restanti due
bacini (Vena del Largo e Risega) e proprio in essi si rinviene la
situazione migliore dal punto di vista della strutturazione delle
comunità macrobentoniche. Qui si riscontrano i più elevati valori di
biodiversità e il grado più alto di articolazione degli
"habitus" trofici, conseguenze queste del favorevole impatto del
flusso e del deflusso delle maree.
-
Chiaro Vena del Largo
L'identità propria di questo bacino, anche nei confronti degli altri due
chiari salmastri, si evidenzia attraverso l'analisi statistica.
La comunità bentonica di questo bacino è rappresentata innanzitutto dai
detritivori Hydrobia sp. e Oligochaeta spp. e dagli Anfipodi Corophium
acherusicum (detritivoro) e Gammarus aequicauda (brucatore),
sempre presenti. Questi organismi sottolineano l'importanza di una rete
trofica basata su un abbondante detrito organogeno, ma anche sul
fitobenthos autoctono fotosintetizzante.
- Da notare inoltre alcune modificazioni soprattutto estive
nelle presenze delle specie meno generaliste: il Balanus amphitrite
diminuisce la sua presenza proprio in estate quando invece dovrebbe
colonizzare con più forza questi ambienti; sempre in estate la Capitella
capitata, detritivoro errante, aumenta la sua densità numerica;
nella stessa stagione diminuiscono anche le abbondanze dei due Bivalvi
più comuni nella Pialassa Baiona: Cerastoderma glaucum e Abra
ovata.
- Questo può in parte testimoniare come la ridotta
circolazione idrica d'estate diventi un fattore limitante per questi
organismi, che hanno bisogno di corrente sia per respirare che per
nutrirsi. Non è comunque da sottovalutare il possibile effetto del
maggior tasso di predazione su questi bivalvi (soprattutto su A. ovata) da
parte della fauna ittica e ornitica.
Per quanto concerne la fruizione di questo chiaro da parte dell'avifauna,
dallo studio del Progetto "LIFE '95" emerge quanto segue: per
gli Aironi coloniali e le specie associate (Threschiornitidae,
Phalacrocoracidae), che utilizzano la laguna per la sola alimentazione, la
disponibilità di cibo non è un elemento limitante per l'elevata
estensione delle zone umide disponibili nel raggio di 10 Km dalle colonie
nidificanti; invece i Caradriformi "lagunari" sono accomunati
dalla nidificazione coloniale su suoli emergenti da specchi d'acqua
salmastra, essenzialmente sotto forma di isolotti e barene. Le loro
differenti preferenze di microhabitat determinano una parziale separazione
delle nicchie e quindi la possibilità di convivenza entro un ambiente
relativamente ristretto come la Pialassa Baiona.
Tutto ciò ci porta a concludere che il fattore di maggiore importanza per
le gestione corretta di questo chiaro risiede nel fatto che le comunità
bentoniche di questo bacino risentono dei parametri ambientali e idraulici
in maniera uniforme per tutta la sua estensione e che ne scaturisce una
situazione meno stressata e più stabile quando il sufficiente ricambio
idrico e l'energia sussidiaria vengono garantiti dalle maree attraverso l'officiosità
della rete idraulica capillare dei canali.
-
Chiaro della Risega
Quest'ultimo bacino presenta alcune problematiche che lo rendono
particolare rispetto agli altri chiari. Bisogna soprattutto mettere in
evidenza come la circolazione, in alcune zone marginali, sia ostacolata
dalla relativa lontananza dall'unico canale attraverso il quale scorrono
il flusso e il riflusso di marea. A riscontro di quanto detto, la
comunità bentonica presente in questo chiaro tende a differenziarsi in
maniera significativa sia spazialmente che stagionalmente.
- Delle tre stazioni indagate, quella che presenta la
comunità macrobentonica meno stressata è la st. 9, caratterizzata in
generale dal maggior numero di specie e dalle maggiori abbondanze, in
tutte e tre le stagioni. Inoltre, vanta la presenza cospicua di un
predatore errante come Neanthes succinea e di due Policheti
marini come Streblospio shrubsolii e Polydora ciliata.
- Come già evidenziato, l'effetto della prossimità di
questa stazione all'imboccatura del canale mareale è evidente sia
nell'andamento dei valori dei parametri chimico-fisici che nell'assetto
della comunità bentonica. Quest'ultima sembra risentire di un modesto
stress autunnale (aumento della densità di alcuni organismi opportunisti)
ed estivo (diminuzione delle specie), che non si manifesta durante il
migliore periodo primaverile.
- Le altre due stazioni di questo chiaro testimoniano le
difficoltà incontrate dagli organismi del fondo nell'insediarsi con
successo nelle zone più stagnanti del bacino. Infatti, le densità totali
degli individui per campionamento è dell'ordine di quelle riscontrate nel
chiaro di Aldo (tranne in estate nella st. 10) e il numero delle specie
è, per tutte le stagioni di campionamento, il più basso fra tutti quelli
delle stazioni salmastre indagate nella Pialassa. Inoltre, queste stazioni
sono dominate da Hydrobia sp la st. 8 e da Capitella capitata
e Chironomidae spp. la st. 10. Questi ultimi sono tutti organismi
opportunisti che caratterizzano le comunità bentoniche nelle stazioni e
nei momenti dell'anno in cui i bacini sono più stressati dal punto di
vista idrologico.
Per ciò che concerne l'avifauna frequentatrice del chiaro in questione,
risulta una minore ricchezza di specie rispetto al chiaro Vena del Largo,
segno probabile di una minore quantità (e/o qualità) della biomassa
bentonica (rel. Prog. "LIFE '95", 1998). Nello specifico, non
sono stati avvistati Ardeidi e, fra le specie associate, solamente il
Tuffetto (Tachybaptus ruficollis) e gli Svassi (il maggiore
ovvero Podiceps cristatus ed il minore ovvero Podiceps
nigricollis). Inoltre, rispetto al chiaro Vena del Largo, quello
della Risega non è frequentato dall'Avocetta (Recurvirostra avosetta)
e dal Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) (rel. Prog.
"LIFE '95", 1998).
Naturalmente quanto precedentemente esposto sulla funzionalità della rete
di canali, vale a maggiore ragione per il chiaro della Risega, dove si è
appena dimostrato che i dati sul macrobenthos sembrano testimoniare
proprio come questi organismi risentano in modo manifesto del regime
idrologico; al contempo, l'assetto delle comunità macrobentoniche qui
rinvenute testimonia la capacità di questo compartimento di adattarsi
alle variazioni ambientali e di poter costituire, se protetto da una
corretta gestione ambientale, un passaggio fondamentale nella rete trofica
che sostiene l'avifauna di interesse prioritario.
CONCLUSIONI
Il quadro generale che emerge dall'analisi dei
dati del presente studio mette in evidenza la differenziazione delle comunità
di organismi bentonici nei diversi chiari della Pialassa Baiona, soprattutto in
relazione alla loro differente esposizione alle incursioni mareali ed al loro
grado di complessità morfologica. Questo risultato, del resto, è conforme alle
più salienti caratteristiche fisiografiche del bacino, che è stato concepito
ed organizzato sulla base di una principale struttura forzante, qui
rappresentata dalla ben articolata rete di canali di marea. Il buon
funzionamento e la manutenzione di quest'ultima costituiscono pertanto la
condizione determinante per un'efficace politica di gestione conservazionistica
dell'intero sistema lagunare, associata alla creazione ed al mantenimento di
strutture interne ai chiari tali da favorire, con la conseguente
diversificazione della laguna in microambienti, l'incremento della biodiversità
complessiva del biotopo, la cui potenzialità è stata messa in evidenza
mediante il presente studio.
Il buon assetto ecologico della Pialassa Baiona, per quanto possa essere
rilevato dai dati sulla fauna macrobentonica qui presentati, risulta
strettamente dipendente dalle decisioni che l'Amministrazione locale potrà
prendere in merito: possono, infatti, risultare proficui dal punto di vista del
valore naturalistico ed ecologico gli interventi che tenderanno a ridurre le
inferenze umane su quest'area già fortemente antropizzata e accerchiata da
un'imponete urbanizzazione; saranno, invece, pregiudizievoli per i delicati
equilibri di questo habitat, interventi orientati verso l'ulteriore sottrazione
di superficie lagunare, al fine di salvaguardare la fascia pinetata, e la
mancata regolamentazione delle attività di scarico di reflui urbani ed
industriali e di attività di fruizione della Pialassa (es. pratica venatoria),
che non siano improntati a validi criteri di sostenibilità ambientale.
POSTER
PRESENTATO AL 33° CONGRESSO Società Italiana Biologia Marina
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