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Plancton e necton

Fitoplancton

Negli ambienti salmastri diatomee e dinoflagellate rappresentano la componente dominante del fitoplancton, anche se in prossimità degli apporti di acque dolci si può osservare un maggiore contributo di clorofite o alghe verdi (Boni, 1990).
Nell'ambito della Pialassa Baiona dominano per abbondanza le diatomee, in particolare Skeletonema costatum, meno abbondati invece le dinoflagellate rappresentate maggiormente da Prorocentrum micans (Giaquinta, 1994). Nel periodo estivo si osserva in genere un aumento di concentrazione delle dinoflagellate. Occasionalmente si possono osservare "fioriture" microalgali, generalmente monospecifiche, che a causa dell'elevate concentrazioni di cellule per litro raggiunte sono in grado di imprimere una certa colorazione alle acque. Le fioriture algali negli ambienti salmastri sono generalmente sostenute da cianoficee, anche se non mancano eventi imputabili a diatomee e dinoflagellate (Boni, 1990).
Gli scambi col mare consentono anche l'ingresso di specie più marcatamente marine, come le dinoflagellate del genere Dinophysis, la cui presenza desta una certa preoccupazione in quanto responsabili della produzione di biotossine che attraverso l'accumulo nei molluschi eduli possono rappresentare un rischio di intossicazione per l'uomo (Giaquinta, 1994).

Skeletonema costatum.

Zooplancton

Lo zooplancton presente nella Pialassa Baiona è costituito in prevalenza da Copepodi Calanoidi che rappresentano non meno del 70% degli organismi. Nel periodo invernale possono costituire sostanzialmente l’unico gruppo zooplanctonico (Cattani et al., 1998). Tra i Copepodi la specie più abbondante e talora esclusiva è Acartia clausi (Cattani et al., 1998). Occasionalmente si rinvengono anche Copepodi Ciclopoidi e alcuni Arpacticoidi, quest’ultimi sono specie prevalentemente meiobentoniche con modoste capacità natatorie.

Stagionalmente ed in funzione dell’andamento delle maree si possono rinvenire nelle lagune forme tipiche del plancton costiero come Ostracodi, Taliacei, Appendicolarie e Chetognati. Nel periodo tardo estivo ed autunnale assumono maggiore rilevanza i Cladoceri, tipicamente marini (Cattani et al., 1998).

La componente meroplanctonica è rappresentata, soprattutto nel periodo estivo, da larve di Cirripedi, Decapodi, Policheti e Gasteropodi (Cattani et al., 1998).

Acartia clausi.

Ittiofauna

L’ittiofauna presente nelle pialasse ravennate e nei canali afferenti, sintetizzata nella, si compone in prevalenza di specie marcatamente eurialine con elevate capacità osmoregolatrici. La presenza di questi pesci nelle acque salmastre lagunari è dovuta essenzialmente a:

·        soggiorni trofici, per lo più di forme giovanili di specie marine costiere (cefali, mormore, saraghi, triglie, rombi e sogliole) che penetrano nelle lagune in primavera per fruttare l’elevata disponibilità alimento (plancton e benthos, soprattutto larve di insetti) manifestando tassi di accrescimento maggiori rispetto agli individui che si accrescono in mare e facendo ritorno al mare in autunno; tra le forme adulte che entrano in laguna a scopo alimentare si possono ricordare cefali, spigole, orate, passere e ghiozzi (Zaccanti e Bigazzi, 1990);

·        migrazioni riproduttive di tipo anadromo (risalita dei fiumi da parte degli adulti e discesa al mare dei giovani, ad esempio lamprede, storioni, cheppie);

·        migrazioni riproduttive di tipo catatdromo (caso opposto al precedente, è il caso dell’aguilla)

·        specie tipicamente lagunari, è il caso di piccole specie come spinarelli, pesci ago, noni, gambusie, ghiozzi e latterini (Zaccanti e Bigazzi, 1990).

 

Specie ittiche presenti nelle lagune salmastre ravennate e nei canali afferenti (Comune di Ravenna,1998).

Agnati

 

PETROMYZONTIFORMES

Petromyzon marinus (Lampreda di mare)

 

 

Osteitti

 

ACIPENSERIFORMES

Acipenser naccani (Storione cobice)

 

Acipenser sfurio (Storione)

ANGUILLIFORMES

Anguilla anguilla (Anguilla)

CLUPEIFORMES

Alosa fallax (Alosa, Cheppia)

 

Sardina pilchardus (Sardina)

 

Sprattus sprattus (Spratto)

 

Engraulis encrasicolus (Acciuga, Alice)

CYPRINIFORMES

Aburnus alburnus alborella (Alborella)

 

Carassius auratus (Carassio dorato)

 

Carassius carassius (Carassio)

 

Cyprinus carpio (Carpa)

 

Leuciscus cephalus (Cavedano)

 

Scardinius erythrophthalmus (Scardola)

 

Tinca tinca (Tinca)

 

Cobitis taenia (Cobite)

SILURIFORMES

Ictalurus melas (Pesce gatto)

SALMONIFORMES

Esox lucius (Luccio)

CYPRINODONTIFORMES

Aphanius fasciatus (Nono)

 

Gambusia holbrooki (Gambusia)

ATHERINIFORMES

Atherina boyeri (Latterino, Acquadella)

GASTEROSTEIFORMES

Gasterosteus aculeatus (Spinarello)

SYNGNATHIFORMES

Syngnathus abaster (Pesce ago)

 

Syngnathus acus (Pesce ago)

PERCIFORMES

Dicentrarchus labrax (Branzino, Spigola)

 

Lepomis gibbosus (Perisico sole)

 

Sparus auratus (Orata)

 

Chelon labrosus (Muggine chelone, Bosega)

 

Liza aurata (Muggine dorato)

 

Liza ramada (Muggine calamita)

 

Liza saliens (Muggina musino)

 

Mugil cephalus (Cefalo)

 

Lipophrys pavo (Bavosa)

 

Callionymus rissoi (Dragoncello)

 

Gobius niger (Ghiozzo nero, Paganello)

 

Knipowitschia panizzae (Ghiozzetto lagunare)

 

Pomatoschistus canestrìni (Ghiozzetto cenerino)

 

Pomatoschistus marmoratus (Ghiozzetto marmoreggiato)

 

Pomatoschistus minutus (Ghiozzetto minuto)

 

Zosterisessor ophiocephalus (Ghiozzo di laguna)

PLEURONECTIFORMES

Scophthalmus rhombus (Rombo liscio)

 

Platichthis flesus luscus (Passera)

 

Buglossidium luteum (Sogliola gialla)

 

Solea vulgaris (Sogliola)

 

L’uomo tradizionalmente sfrutta le migrazioni trofiche e riproduttive delle specie sopraccitate ai fini della pesca.